Canzone Semplice per Te
Dai strada ai miei rami
Anima mia
E terra alle mie radici.
Trattieni sulla tua casa la mia vitalità,
Come i rami della buganvillea.
Come tale
Ti avvolgerò e proteggerò,
Ti darò colore nei giorni di sole,
E Forza nelle notti di vento.
Chiederò l’aiuto del sole
Per fare abiti rosa sul tuo corpo.
Ruberò aliti di scirocco
Per dare petali al tuo cuscino.
Forzerò i miei rami
Per fare ghirlande alla tua porta.
Prenderò acqua alla fonte di Ippocrene
Per legare i miei convolvoli al tuo futuro
Con lacci di poesia.
Darò casa ai grilli e alle cicale
Perché cantino per noi
Cosi, semplicemente,
Un’estate lunga una vita.
Nella Mitologia antica la Fonte di Ippocrene viene tradizionalmente collocata sul monte Elicona, nella Beozia. Si dice fosse una fonte di acqua sacra ad Apollo e alle stesse Muse ove si dissetavano i poeti in cerca di ispirazione e doveva la sua origine ad un calcio sferrato dal cavallo Pègaso al monte stesso. Il monte Elicona era una delle due residenze delle Muse che per questo erano dette anche Eliconie. L’altra era il monte Parnaso che domina la città di Delfi.
Il mito narra che le Muse, quando giunsero sull' Elicona, iniziarono a cantare in modo talmente melodioso che il monte per vanità, orgoglio o entusiasmo, si gonfiò fino quasi a sfiorare il cielo, avvicinandosi per dimensioni allo stesso Monte Olimpo. Altre fonti narrano che tale episodio avvenne in occasione di una gara di canto tra le Muse e le Pieridi.
Sta di fatto che a seguito delle smisurate e ardite dimensioni che il monte Elicona stava raggiungendo intervenne Poseidone. Egli chiese al cavallo alato Pegaso di sferrare un potentissimo calcio in uno spuntone roccioso del monte. Pegaso obbedì e dal punto colpito dal suo zoccolo inizò a sgorgare dell’acqua purissima e il monte Elicona iniziò a sgonfiarsi. Nacque così la sorgente, chiamata Ippocrene, o "sorgente del cavallo" che divenne per questo sacra alle Muse e ad Apollo.
Da allora in poi dalla mitologica Fonte di Ippocrene uscì un’acqua in grado di donare ispirazione poetica a chi l’avesse bevuta.